Liti tra fratelli!

Genitorialità Latina

Quante volte ci sentiamo esasperati dai litigi dei nostri figli? Pur mettendo in atto con tutta la buona volontà azioni per ridurre questa conflittualità, troppo spesso si conclude con urla e punizioni, rabbia e senso di colpa, inadeguatezza sul proprio ruolo genitoriale.

Cosa fare?

Io stessa osservando i miei due figli di 12 e 10 anni durante le loro azzuffate moltissime volte ho pensato che “è vero che sono buoni amici di gioco in tantissime occasioni, ma eccoli là litigare nuovamente  per chi deve assicurarsi per primo il piatto a tavola o per l’ultimo pezzetto di cioccolata . O ancora, magari sostituirsi al fratello con il compagno di giochi da lui invitato a pranzo: e a quel punto bronci, urla e cattiverie volano per casa”.

Tiro un sospiro di sollievo e penso al fatto che è assolutamente normale che i fratelli litighino fra loro. Ciò è legato al fatto che ognuno di loro voglia garantirsi l’affetto genitoriale e mantenere il proprio posto all’interno del nucleo familiare.

Per questo molto spesso i nostri figli cercano di soddisfare le nostre aspettative, cercano di sentirsi i più amati facendosi spazio nel nostro cuore magari garantendo a se stessi il posto migliore.

Il conflitto tra fratelli è naturale ed ecologico, serve ad imparare come affermarsi nel gruppo dei pari e a comprendere quali sono le azioni ammesse, certo è che se il conflitto sfocia in rivalità, sentimenti di odio e umiliazioni, può diventare dannoso e creare delle ferite profonde nei nostri figli.
Idealmente la soluzione sta in una sana negoziazione in cui entrambi i fratelli si sentono soddisfatti, se ciò non avviene si rischia che uno dei fratelli diventa il caso problematico della famiglia.

Cosa possiamo fare da genitori?

Intanto potremmo vestire i panni di un buon investigatore e osservare le situazioni tipiche e rappresentative che riflettono lo schema del conflitto. Cecare di comprendere gli antecedenti rimanendo spettatori e cogliendo i nostri stati emotivi e mentali attivati. Le domande a cui rispondere sono:

“Cosa ha fatto scattare la lite? Come mi sono sentito? Cosa ho pensato? Quali erano le aspettative genitoriali? Quale copione familiare si è attivato in me? Cosa è successo poco prima? Come si conclude?
Chi ha vinto e chi ha perso? C’è un vincitore? Hanno perso tutti?”

Una volta osservati gli eventi con la massima calma e aver definito il circolo vizioso che si viene a creare, termina il nostro lavoro di investigatori e diventiamo operativi, cioè possiamo passare alla fase di intervento.

Prima di tutto dobbiamo imparare a restare calmi, se anche noi ci siamo accorti che reagiamo con impulsività dobbiamo aver sviluppato delle strategie per mantenere la calma: contiamo fino a cinque, immaginiamo di vedere davanti a noi un cartello su scritto STOP o immaginiamo di vedere la scena della lite con un cannocchiale rovesciato.

A questo punto durante una lite che non sembra avere fine proviamo ad   attirare l’attenzione dei nostri figli in modo empatico e deciso, una volta deposte le armi cerchiamo di far sentire i nostri figli compresi e capiti e poi stabiliamo una regola riportando anche le conseguenze se questa viene disattesa. Cerchiamo di condurre un dialogo costruttivo e di mediare evitando di far sentire un fratello vincitore e l’altro il condannato. Più cerchiamo di metterci nei panni di entrambi i figli, più saremo in grado di fare un intervento adeguato.  Stabiliamo delle regole di comunicazione: ci soffermiamo solo sui comportamenti, sono bandite parolacce e offese, ognuno esprimerà a turno il proprio punto di vista con tranquillità e calma e gli atri rimarranno in ascolto. Poi si procederà alla ricerca di una soluzione adeguata.

Può esserci di aiuto la tecnica della finestra, cioè concordare con i bambini un periodo di tempo in cui non è possibile litigare, (ad es. a tavola). Poi indicare delle regole (circa tre) da rispettare (a tavola es. quando alzarsi, chi userà cosa, chi prenderà frutta). Infine, informare sulle conseguenze laddove la regola non sarà rispettata (es. stasera non guarderai la tv), alla prima infrazione prima di punire richiamiamo la regola, interverremo solo se l’infrazione persiste, ovviamente concordiamo anche quest’ultimo aspetto.

Come sempre il suggerimento è quello di utilizzare al massimo in rinforzo positivo e rimandare ai nostri figli quando le cose vanno bene lodandoli e premiandoli. Le conseguenze negative possono essere concordate con i bambini e vanno utilizzate ogni volta e subito dopo che il comportamento sbagliato è stato messo in atto dopo il primo richiamo. Ricordiamoci che questa è l’ultima spiaggia, evitiamo di punire, l’obiettivo è la disciplina e il rispetto reciproco.

Ovviamente vanno evitati rimproveri e ricerca delle colpe, andremmo a colpire l’autostima dei nostri figli e il loro senso di sicurezza in famiglia. Minacciare ed esortare con “se fai questo poi accadrà…”, i figli nel tempo imparano che non ci saranno conseguenze e quindi ciò alimenterà solo ulteriori circoli di mantenimento del conflitto. Ignorare è utile solo se fatto con consapevolezza ed è costruttivo nella situazione, altrimenti rischiamo che il livello di tensione aumenta eccessivamente e poi ricorreremmo ad interventi più duri. Non è nemmeno utile elemosinare la comprensione dei bambini e pregare loro di finirla rimandando loro il nostro senso di inadeguatezza rispetto alla situazione in corso. Infine se ad esempio non approviamo l’intervento del nostro partner tiriamo un respiro e ne riparleremo in un secondo momento in modo da non confondere i bambini.

Ricordiamo sempre a noi stessi che le Liti tra fratelli! sono cosa normale, cerchiamo di assumere un atteggiamento pro-attivo prevenendo tutte quelle situazioni che provocano liti ed eliminando alcuni elementi che generano le piccole risse. Evitiamo di fare irruzione in cameretta o in sala sulla scia della nostra rabbia, ma interveniamo quando abbiamo ripreso la calma, in maniera sicura e consapevole e avviamo la negoziazione a ciel sereno con  un atteggiamento non giudicante, accogliente  mediando tra loro e proponendo la nostra linea educativa.

Ricordate che i nostri cuccioli hanno bisogno di un capobranco!!!

Dott.ssa Ofelia Panico
Psicologa Psicoterapeuta a Latina


Bibliografia:

  • Quanto rompe mio fratello!, C. KaniaK- Urban e A. Lex-Kachel, ed. Ericsson
  • ABC delle mie emozioni, M.Di Pietro, ed.Erickoson
  • La sfida della disciplina, D.J. Siegel, ed. Raffaello Cortina Editore

Articoli

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  • Disturbi del comportamento alimentare (anoressia nervosa, bulimia nervosa, binge eating, obesità)
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Dott.ssa Ofelia Panico
Psicologa Psicoterapeuta a Latina

Iscritta dal 2007 all’Albo degli Psicologi del Lazio iscritta da 08/02/2002 con il numero 24883
Laureata in Psicologia Sperimentale e Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale
P.I. 02561760592

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