Popolo di pigri o di procrastinatori?

Psicologo problemi pigrizia Latina

“E’ una gran cosa quando realizzi di avere ancora l’abilità di sorprenderti. Ti fa chiedere cos’altro puoi fare che ti sei dimenticato.”
- Lester Burnham dal film “American Beauty"

“Ho una lista di cose da fare, andare dal dentista, pagare le bollette, se non voglio che mi taglino le utenze,  poi sono mesi che dovrei passare dal mobiliere, il gatto ha distrutto  il divano ma se rimando ancora la copertura assicurativa scadrà e…..sono la solito, incapace di organizzarmi e pigra fino all’osso…non ne posso più!”

Quanti di noi si riconoscono in questo monologo quotidiano, eppure non ne usciamo ripetendo sempre lo stesso errore. Quando si chiede la spiegazione a questi comportamenti molto spesso le persone tendono a dire che sono troppo pigri ed è questa pigrizia che li porta a rimandare all’infinito anche impegni banali. Ma andando ad approfondire la questione, scopriremo che il popolo di coloro che si definiscono pigri, per la gran parte non è altro che un popolo di ansiosi che tende ad evitare l’esperienza spiacevole ed è disposta a pagare un prezzo notevole pur di non provare quel disagio.

Raccogliendo un po’ di esperienze, qualcuno si è sentito “insicuro” nel fare una scelta anche banale come il colore dell’abito da indossare ad una certa cerimonia e ritrovarsi all’ultimo momento sprovvisto dell’abito per partecipare all’evento e doversi attrezzare di conseguenza.

Oppure il ritrovarsi a rimandare un impegno di lavoro perché “troppo stanco” e ripetere a se stessi che lo si farà in seguito e vedere ammucchiarsi una pila di  carte sulla scrivania. ancora ci si potrebbe ritrovare ad evitare il chiarimento con un collega di lavoro per un qualche disappunto perché quella persona lì ci mette a “disagio” . Ci potremmo sentire piuttosto “nervosi” all’idea di dover affrontare un compito che riteniamo difficile e esageratamente complicato per noi e quindi rimandarlo all’infinito o arrabbiarci perché riteniamo che  qualcuno ci impedisce di rinviarlo come avremmo desiderato fare. Magari temiamo di affrontare una mansione per la paura di sbagliare e quindi rimandiamo costantemente  il momento in cui ci dedicheremo al suo compimento.

Quel che accade è che qualcosa ci preoccupa e la soluzione che ci offriamo è rimandare quindi procrastinare. Poiché questo comportamento è frutto di una scelta fatta a priori in una situazione rispetto alla quale abbiamo sperimentato  disagio, possiamo cominciare a prendere in considerazione la possibilità di fare scelte differenti. Chiaramente il nostro popolo di procrastinatori, di solito lo è da tempo, per cui prima di scegliere deve prendere consapevolezza del proprio impulso e uscire dall’etichetta di “popolo pigro” comprendendo ciò che lo porta a rimandare e cominciare a valutare i costi di questo comportamento. Visto che procrastinare ha l’effetto immediato di ridurre l’ansia, ci raccontiamo tante belle storie, ma poi la scelta optata ci presenterà un conto piuttosto salato visto che non avremo portato a termine una serie di impegni.

L’esperienza di non voler fare qualcosa è comune a tutti quanti, quindi ognuno di noi deve trovare delle motivazioni ragionevoli per affrontare ciò che ci genera un  certo disagio. Una strategia potrebbe essere quella di scrivere tre buoni motivi per fare quella certa cosa, sicuramente ci saranno una serie di pensieri associati a quel momento che potrebbero ostacolarci nel metterci in moto, ad es. finisco questo livello del gioco alla play station e mi attivo. E’ proprio in quel momento che posso guardare dentro di me e osservare ciò che sta accadendo, l’impulso che mi sta portando a rimandare e non sto considerando i buoni motivi per occuparmi nell’immediato di sull’impegno specifico.

Bisogna stare attenti perché il nostro popolo di procrastinatori rischia di entrare in una serie di considerazioni che favoriscono l’idea di  loro come “pigri” o “falliti”. Cominciano ad entrare nel circolo delle doverizzazioni, dove nel dialogo interno si dicono a che “dovrebbero occuparsi,” per tornare all’esempio iniziale,  “dell’acquisto dell’abito per la cerimonia, o che dovremmo smetterla di rimandare quel momento, ma ci diciamo che non è la giornata giusta, mentendo a noi stessi , che magari andare a fare shopping mi genera ansia,  e così via, la scelta di rinviare  ci fa sentire enormemente in colpa e arrabbiati con noi stessi quando ci rendiamo conto di aver rimandato troppe volte e che ci ritroviamo all’ultimo momento a fare un acquisto alla svelta e piuttosto deludente, magari spedendo più di quanto avevamo previsto nel nostro budget di partenza. e quel punto parte un’autocritica serrata verso noi stessi senza nessuno sconto.

Proprio per questo diventa fondamentale riconoscere i nostri stati emotivi e mentali che accompagnano alcune azioni a cui siamo ormai abituati da tempo. Superare la paura di sbagliare e di non sapere esattamente come andranno le cose potrà senz’altro aiutarci, cambiare la prospettiva e smetterla di vedere in ogni cosa delle catastrofi .

Cominciare ad avere più fiducia in noi stessi e confrontarsi con gli altri ci potrà essere di aiuto, uscire dal tunnel del pensiero dicotomico “o ora o mai più”, cercare un’organizzazione realistica dei nostri impegni e non al disopra di qualunque essere vivente, ma  sopratutto mettere in discussione l’etichetta che ci perseguita da sempre che siamo troppo pigri e siamo fatti così, ma scrollarci questa convinzione e provare a cercare le vere ragioni del nostro procrastinare e provare a fare diversamente.

Dott.ssa Ofelia Panico
Psicologa Psicoterapeuta a Latina


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Dott.ssa Ofelia Panico
Psicologa Psicoterapeuta a Latina

Iscritta dal 2007 all’Albo degli Psicologi del Lazio iscritta da 08/02/2002 con il numero 24883
Laureata in Psicologia Sperimentale e Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale
P.I. 02561760592

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